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venerdì 15 ottobre 2010

Recensione Medal Of Honor!!!

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Come promesso, oggi al DayOne, ho acquistato la mia copia di Medal of Honor. Ho avuto modo di provare e testare questo fantastico videogame per ore ed ore. Ho spinto al massimo la mia abilità di FPSsaro nella campagna del single-player ma anche la mia linea adsl con il multiplayer. E ora solo per voi lettori vi proporrò una recensione del gioco. Premetto che la versione da me testata è quella per PS3. MoH è tornato dopo l'ultimo capitolo della serie "Medal of Honor: Airborne", seppur in un contesto storico diverso, perchè quest'ultimo è ambientato nella Seconda Guerra Mondiale mentre il neonato di casa EA ci catapulterà nelle strade e nei monti di un Afghanistan devastato dalla guerra. Danger Close, che è un team interno di EA, si è dedicato completamente alla campagna single-player e ha strutturato narrativamente le 10 missioni che compongono il gioco intorno all'operazione Enduring Freedom, si parla quindi della fine del 2001, inizi 2002 in un lasso di tempo di soli due giorni se si esclude il prologo iniziale. Seguiremo le avventure delle forze speciali Tier 1 che rappresentano l'elite guerriera dell'esercito degli USA. In alcune missioni però impersoneremo anche i Ranger che faranno alternare il gamplay da silenzioso e furtivo in frenetico e chiassoso.

L'unione fa la forza
MoH propone, per la prima volta per un FPS, missioni in cui ogni azione di un gruppo ricade direttamente su quelle dell'altro, l'obiettivo è quello di raggiungere il medesimo scopo da due punti di vista differenti. Tutto ciò è rafforzato dal fatto che spesso vediamo, in lunga distanza, i nostri compagni, segno che ci sarà a breve un cambio di protagonisti sulla scena. I ragazzi di Danger Close, scegliendo come scenario quello Afghano, si sono immessi su di una strada con non poche difficoltà. Il problema è che nonostante abbiano intersecato il videogame con eventi realmente accaduti, e confidando nella collaborazione di chi in questa guerra c'è davvero stato, gli sviluppatori hanno lasciato meno spazio alla storia, vero e proprio cavallo di battaglia che contraddistingueva i primi capitoli di Medal of Honor e di Call of duty. Se i vecchi capitoli della saga venivano indentificati grazie all'epicità dello sbarco in Normandia, o dall'assalto al Reichstag, questa volta Danger Close, non potendo creare virtualmente momenti di battaglia storici di una guerra ahimè ancora in corso, ha deciso di immergerci in tante piccole operazioni e di renderci in costante pericolo con i nostri compagni di arma, facendo avere l'impressione al giocatore di far parte di una "famiglia", e la sensazione viene avvalorata ancor di più nelle cutscene in cui il comandante litiga animatamente con il generale all'altro capo del mondo.
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Quindi, pirotecniche esplosioni, gigantesche scene di invasione o adrenaliniche scene di inseguimento in questo MoH potete anche scordarle, perchè l'epicità verrà data da un senso di appartenenza fraterno che emerge tra i vostri soldati. Il costante radio chatting fa si che ci sia al massimo spazio per una battuta, ma per tutto il tempo, saremo impegnati a combattere con al fianco non solo dei semplici attori virtuali che vengono mossi da una intelligenza artificiale, ma sono compagni a tutti gli effetti, e lo struggente crescendo finale, ne è la conferma. Dopo un paio di missioni trascorse e qualche centinaio di nemici stesi senza vita a terra, ai nostri eroi andrà tutto storto, non rimane nemmeno la speranza di vittoria, ma rimangono soltanto amici da piangere e da vendicare. In poche parole si può dire che l'ultima fatica di Electronic Arts, sia un videogioco americano "poco americano", la potenza distruttiva della macchina bellica viene mostrata in tutta la sua crudità e realtà, una realtà credibile che mette in scena le vicende di uomini sempre sul punto del non ritorno, che non hanno superiori e che cercano soltanto di salvare la propria pelle e quella dei propri compagni.
Eccellente nel suo equilibrio
Tutto ciò si tramuta, una volta avendo preso in mano il pad, in missioni che pur non smuovendoci dal territorio Afghano, riescono a non essere mai noiose alternando alla perfezione fasi stealth con aoltre più esplosive, con cambi continui di gamplay che comporterà un adeguamento continuo da parte del giocatore.
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Gli sviluppatori sono riusciti a racchiudere in MoH tutto ciò che si trova nel repertorio dei titoli di questo genere, assalti frontali, fasi impegnative di cecchinaggio ad un chilometro di distanza, giro al chiaro di luna in quad e l'immancabile C-130 con il quale distruggere i nemici. Insomma, Medal oh Honor non inventa nulla di nuovo, ma riesce a creare un'alchimia perfetta anche grazie a un level design sempre e comunque ben implementato, pieno di ripari e posti dove nasconderci con la scivolata che è stata implementata per arrivare più velocemente a nascondersi. Il titolo sembra eccellere, ma ha una nota dolente come anche tutti gli altri FPS degli ultimi anni, e cioè la brevità. Solo cinque ore, seppur intensissime e bellissime a dir poco da giocare, che sono un quantitativo troppo basso per un titolo di questa portata. Il titolo va giocato esclusivamente in difficile, perchè dalle mie prove effettuate qualsiasi altra difficoltà risulterà troppo facile da giocare, anche perchè l'IA dei nemici oscilla tra il basilare a volte e l'ottima in altre. Mentre quella dei nostri compagni è a dir poco perfetta, rispondono sempre al fuoco, non soffrono di pathfinding e riescono spesso e volentieri a cavarsela senza il nostro aiuto. Una campagna in single-player che non sarà perfetta ma che non ha nulla di che invidiare ad altri titoli.
Modalità Tier 1
Come qualsiasi altro FPS che si rispetti, troviamo l'immancabile modalità multigiocatore. Però oltre al normale multiplayer, i Danger Close, hanno inserito una modalità denominata Tier 1, che ci vedrà rigiocare le missioni del single-player ma con una chiave arcade, e cioè il punteggio finale si baserà sul tempo impiegato in ogni missioni cosi da poterci confrontare con i giocatori di tutto il mondo e sulla nostra abilità ad usare il fucile. In pratica ogni headshot, killstreak ravvicinata ecc. sottrae un tot di secondi al tempo finale.

Completato il livello si accede alla classifica dove si può tenere sott'occhio una serie di statistiche tra cui l'uccisione dalla distanza maggiore e così via. In questa modalità siamo invitati a rigiocare il titolo più e più volte in modo da scalare la classifica, però presenta un pò di limitazioni a differenza da quella normale. Non ci si potrà rifornire dai proprio compagni dato che il calibro dei proiettili non è uguale per tutte le armi, non ci sono ne mirini e ne indicatori di pericolo. Ogni sessione va portata a termine spingendoci al massimo e senza mai fermarsi, nemmeno per morire. Non si può perdere nemmeno tempo dietro alle coperture, perchè in Tier 1 bisogna essere veloci e infallibili e imparare ad usare bene la scivolata. In poche parole cambia l'approccio al gioco che diventa Hardcore, dove si gioca più attenti e meno rilassati.

Il multiplayer caratteristico
Il multigiocatore è ciò che rende un gioco davvero interminabile, e su questo versante i ragazzi di Danger Close hanno lasciato il posto a DICE (quelli che hanno sviluppato la serie Battlefield per intenderci), i quali hanno stravolto il gioco in modo ancor più positivo. Si nota subito lo stacco grafico tra i due comparti, gli svedesi di Dice hanno usato il loro motore grafico proprietario, il Frostbite 1.5 al posto dell'Unreal Engine 3, utilizzato però non usando la sua caratteristica principale e cioè la completa distruttibilità dell'ambiente anche se vari elementi in Medal of Honor saranno distruttibili, come staccionate, sacchi di sabbia ecc. Il numero di giocatori che massimo possono partecipare alla stessa partita sono 24 distribuiti su otto mappe e con quattro modalità di gioco principali alla quale si deve aggiungere quella hardcore. Patiamo subito con il presupposto che la beta mostrara quest'estate e il gioco completo non hanno niente a che fare, perchè il secondo nettamente migliorato rispetto alla beta.
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Le quattro modalità di gioco sono Combat Mission che ha il pregio di dare un nesso logico ai diversi momenti di attacco e difesa. Invece per quelli che cercano frenesia oltre al classico deathmatch, ci sono Sector Control e Objective Raid, con mappe più ridimensionate e con in generale un level design esaltante che sottolinea le varie classi a disposizione del giocatore. A breve comunque una recensione dettagliata del multiplayer.
Per concludere
Esteticamente il lavoro di Danger Close e Dice è inconiabile ed entrambi offrono un impatto mozzafiato. In linee generali questo nuovo Medal of Honor riesce senza dubbio a ricreare un incredibile realismo nel campo di battaglia facendo da perfetto contorno alla rievocazione adulta e dolente che il gioco regala. Gli ottimi effetti speciali non mancano e i particellari abbondano. L'HDR è da ammirare quando arriviamo sulla cima di una montagna. Insomma questo nuovo episodio della serie ci riporta alle origini del franchise targato Electronic Arts che se pur non più trattando temi di Storia scolastica, come la Seconda Guerra Mondiale, riesce a stravolgerci con il potente racconto di uomini in guerra che stando insieme diventano fratelli. Una campagna davvero mozzafiato senza un attimo di respiro e impegnativa con momenti che rimarranno impressi dentro alla vostra memoria capaci anche di emozionarvi. Per concludere questo nuovo capitolo di Medal of Honor riesce davvero a rinascere dalle ceneri e regala emozioni a non finire, di ottima fattura in ogni suo aspetto è il vero rivale di Call of Duty: Black Ops.
Vi lascio al trailer di lancio di Medal of Honor
Consigliato: SI Voto: 9


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